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LE BLOCKCHAIN E L’ORO FISICO DA INVESTIMENTO
Cari amici e lettori, oggi affrontiamo l’argomento blockchain in relazione all’Oro fisico perché da alcuni mesi nuovi scenari per l’investimento in questo metallo hanno destato forti emozioni. Per alcuni di spiccato interesse, per altri di ilarità e per alcuni di preoccupazione.
In sostanza, la notizia circolata è che una società specializzata in investimenti su base blockchain, gli sconosciuti registri digitali sui quali poggiamo anche le criptovalute, ha lanciato un originale sistema per acquistare e possedere l’Oro da investimento depositato in caveau inglesi.
Secondo Paxos, per un insieme di limiti organizzativi, strutturali o di gestione, un qualsiasi investitore può acquistare Oro fisico da investimento, senza dover necessariamente avere la necessità di entrare in contatto direttamente. Nemmeno per la sua vendita presso una rete capace di acquistarlo, convertirlo in moneta corrente, o di riscattarlo.
Se vi abbiamo creato qualche perplessità, continuate a leggere.
LA BASE DI PARTENZA È IL FUTURO INCERTO
Per comprendere l’idea che ha portato ad unire una blockchain all’Oro fisico, bisogna capire il contesto. Quel contesto che ha spinto anche altre piattaforme digitali di investimento come Tether Gold o Ekon Gold, a proporre delle soluzioni come quella in discussione.
Questo passaggio è quindi fondamentale per capire, ma è anche utile per intuire come ci si dovrebbe muovere in questo momento.
Il primo elemento infatti da considerare è che per gli economisti e gli investitori professionali, uno degli strumenti di investimento che darà i maggiori benefici a partire dal 2021 sarà l’Oro. L’Oro fisico da investimento, attualmente con un prezzo più che allettante, è a detta di molti esperti la soluzione vincente per superare le probabili crisi in arrivo.
A partire da quella connessa agli innumerevoli risvolti non ancora definibili, dei vari lockdown e delle tante limitazioni imposte dal Covid 19.
Nelle scorse settimane abbiamo parlato ad esempio della super inflazione ventilata da alcuni famosi investitori professionali o dei tanti “warnings” distribuiti dai big della finanza mondiale. Non possiamo tuttavia dimenticare anche tutte quelle evidenti difficoltà politiche, economiche e sociali che stanno rovinando il sonno a tanti governi e cittadini.
Ebbene, raggiunta questa consapevolezza, Paxos ha individuato nei limiti della gestione dei grossi investimenti in Oro fisico, il suo nuovo business. Ossia quello di far acquistare e gestire questo metallo fisico con un semplice token digitale.
Sì, avete capito bene.
UN TOKEN DIGITALE COME SOSTITUTO DELLA PROPRIETÀ
Secondo Paxos, sui mercati tradizionali gli investitori non hanno facile accesso a un prodotto di Oro fisico di qualità, che sia facile da possedere e da scambiare. Il riferimento è ovviamente a quelle grosse realtà che scambiano grossi volumi di Oro fisico e non ai piccoli risparmiatori che si accontentano di qualche lingotto.
I grandi investitori possono di conseguenza acquistare grandi quantità di Oro fisico ma con tutti quei rischi connessi all’ingombro, alla sua conservazione e alla difficoltà di spostamento e scambio. Quindi un grosso problema per questo tipo di realtà. L’alternativa potrebbe essere quella di ricorrere agli ETF sull’Oro o sui Futures, ma alla fine l’investimento rimarrebbe agganciato ai soli derivati o titoli finanziari.
Tutti strumenti quindi che non comportano la proprietà fisica di nessun lingotto fisico.
Il prodotto oggetto di scambio sarebbe quindi facile da trattare ma non avrebbe alcuna concretezza fisica, che è invece quello che i grandi investitori cercano in questo momento. Niente titoli ma solo lingotti veri e propri a conferma che la fiducia nel sistema è bassissima
Da qui l’idea di introdurre il token digitale e di agganciarsi ad una blockchain per superare tutti questi limiti.
BLOCKCHAIN, CRIPTOVALUTE E CAVEAU PER UN SEMPLICE GIOCO
Andando al soldo, Paxos ha così emesso un token digitale sulla blockchain di Ethereum che corrisponde al valore di un’Oncia Troy. Ogni token equivale quindi a circa 31 grammi di un lingotto d’Oro che rispetta lo standard London Good Delivery, ma che è conservato nei forzieri di una realtà privata come Brink’s.
Tutto questo dovrebbe già far riflettere…
Ad onor del vero, bisogna comunque riconoscere che questo token è regolamentato dal New York State Department of Financial Services e che la sua esistenza rappresenta un’oncia di Oro fisico proveniente da una specifica barra dotata di numero di serie.
…una barra che nessun acquirente avrà mai il piacere di toccare anche se di suo possesso.
Ciò nonostante il proprietario potrà comunque visitare Paxos.com per vedere il numero seriale, la purezza e la ponderazione di ciascuna barra a cui sono assegnati i propri token dovendo solo immettere il proprio address di Ethereum. Ovviamente potrà anche seguire il valore del suo token gestito dalla famosa ed oscura blockchain.
Semplice, vero? Per noi no!
SI PUÒ RIMANERE TRANQUILLI?
Dopo le ferocissime prese di posizione sui Bitcoin nelle scorse settimane da parte dei big della finanza o dei tanti famosi magnati, il dubbio verso l’acquisto e la gesione dell’Oro fisico tramite token e blockchain è aumentato in maniera considerevole. Soprattutto per gli investitori normali.
Per quanto ci riguarda non possiamo certamente dire se sarà un successo o meno. Ci limitiamo tuttavia precisare che per un normale e privato risparmiatore, questo tipo di investimento non è una delle scelte migliori da fare.
Anzi! I rischi a nostro avviso sono infatti tantissimi.
Senza entrate in ulteriori approfondimenti, invitiamo tutti a riflettere ad esempio solo sulle differenze intercorrenti tra il mondo virtuale delle sconosciute blockchain e quello reale di tante realtà di eccellenza come 4Take o le agenzie Cleor Oro.
In quest’ultimo caso il prezzo dei lingotti è reale ed è uniforme in tutte le parti del mondo. Inoltre è soggetto alla naturale domanda ed offerta sui mercati finanziari effettuata dagli investitori tradizionali. Quindi il suo andamento è tutto sommato logico, visibile a tutti e certamente non isterico come è successo recentemente con i Bitcoin.
Tutto l’opposto delle oscure blockchain e delle criptovalute che invece hanno dato prova di muoversi con logiche del tutto diverse e con la possibilità di essere “condotte ad arte”.
Nel mondo reale, gli investimenti in lingotti d’Oro sono invece tangibili. Si possono infatti toccare, mettere in tasca e si possono conservare direttamente a casa senza l’intervento di nessuno. Ovviamente senza alcun costo o rischio aggiuntivo.
Per noi non c’è quindi alcun dubbio se preferire Oro gestito dalle blockchain o dal mercato tradizionale.
Ciò nonostante, qualora ci fossero degli ulteriori dubbi, suggeriamo di contattare degli esperti di settore come il Banco Metalli 4Take o Cleor Oro per chiedere ulteriori informazioni.
I loro preparati operatori sono sempre estremamente disponibili e competenti.
